giovedì 29 marzo 2012

Come una ragazzina stupida

E così oggi sono tutto solo soletto a pasteggiare in un angoletto della mensa aziendale, quando lui arriva con il suo vassoio, mi saluta, sorride e si siede lì vicino. Improvvisamente mi passa la fame, mi si azzera la saliva. Mastico per un tempo interminabile il boccone di pollo che ho in bocca, fatico a deglutirlo. Potrebbe essere l'occasione di presentarmi o almeno scambiare due parole, l'occasione che aspetto da almeno un anno... Ma siccome sono fatto come sono fatto [e cioè: come una ragazzina stupida] mi limito a guardarlo con occhi sognanti mentre anche lui fatica ad ingoiare il pranzo ma non alza gli occhi dal piatto. E quando li alza e temo possa volgerli a me, io guardo altrove. Chiunque mi stesse osservando, anche da lontano, capirebbe che sto sospirando per lui; chiunque tranne lui, perché gli son troppo vicino per non essere paralizzato dall'emozione. E poi, visto da così vicino, è ancora più bello ed attraente di sempre: un lievissimo e sexissimo strabismo di Venere, un orecchino al lobo che non avevo mai notato prima, le braccia nude e glabre, la pelle scura ed i capelli nerissimi. Per la prima volta dacché è cambiata l'ora il mio organismo registra l'azzeramento dell'appetito, ma io lui me lo mangio con gli occhi ed intanto immagino di mangiarlo di baci. Oh mio dio, come sarebbe bello... bello ma irrealizzabile, perché  lui è il mostro di bellezza che è ed io sono semplicemente il mostro che sono. E se anche fosse lui a rompere il ghiaccio e a dire qualcosa, io so perfettamente che non saprei rispondergli; se anche solo mi chiedesse l'ora, andrei completamente in pallone e non saprei decifrare le lancette di un orologio, riuscendo nell'impresa fin troppo facile di apparire un completo idiota. Son fatto così, son fatto per restare nell'anonimo angoletto a guardare il mondo che corre e passa. Ed immobile resto a guardarlo mentre mangia la pasta con il cucchiaio (!), mentre il coltello gli sfugge di mano e gli cade sui jeans (!), mentre il condimento dell'insalata gli cola sul mento (!). Lo adoro ancor di più adesso che mi accorgo di quant'è imbranato. Ed ovviamente l'occasione che aspettavo da un anno scorre via senza risolversi in nulla di fatto; quando mi alzo dal tavolo con tutti i piselli ancora nel piatto, lui non solleva nemmeno la testa per salutare. Ed il pomeriggio passa mentre ho la testa completamente a spasso.

martedì 20 marzo 2012

Un TopO vs cinquemille lupi

LadyVina: "Mangi anche un po' di spinaci con il ciccio?"
TopO: "Non mi piacciono i spinaci"
LadyVina: "Come fai a dire che non ti piacciono gli spinaci se non li hai mai mangiati in vita tua?"
TopO: "Io li ho mangiati quand'ero grande!"
LadyVina: "Quand'eri grande!?!"
TopO: "Quand'ero grande sono anche andato nel bosco e ho ucciso cinquemille lupi!"
Edgar: "Cinquemille lupi!?! Tutto da solo?"
TopO: "Io sono forte. Senti che muscoli!"
Edgar: "Oh mamma, che muscoli su questi braccetti!"
TopO: "Perché mangio tanti kiwi!"
Edgar: "Ma anche gli spinaci fanno crescere i muscoli..."
TopO: "I spinaci sono per i pappamolla..."

domenica 4 marzo 2012

venerdì 2 marzo 2012

Lucio Dalla - DISPERATO EROTICO STOMP

Il primo incontro di cui ho ricordo con una canzone di Lucio. Ad occhio e croce, non avevo nemmeno otto anni e, sicuramente, non capivo la metà delle cose che cantava. Capivo solo che era poesia: non come quella che mandavo a memoria a scuola, ma Poesia.



Ti hanno vista bere a una fontana che non ero io
Ti hanno visto spogliata la mattina, birichina biricò
Mentre con me non ti spogliavi neanche la notte ed eran botte, Dio che botte!
Ti hanno visto alzare la sottana, l
a sottana fino al pelo, che nero!
Poi mi hai detto: poveretto, i
l tuo sesso dallo al gabinetto
Te ne sei andata via con la tua amica, q
uella alta, grande e fica
Tutte e due a far qualcosa di importante, di unico e di grande
Io sto sempre in casa, esco poco, penso solo e sto in mutande

Penso a delusioni, a grandi imprese, a una Thailandese
Ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale
Quindi normalmente sono uscito dopo una settimana
Non era tanto freddo e normalmente ho incontrato una puttana
A parte i capelli, il vestito, la pelliccia e lo stivale
Aveva dei problemi anche seri e non ragionava male
Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra
Non abbiamo fatto niente, ma son rimasto solo, solo come un deficiente

Girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto
Gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino
Mi guarda con la faccia un po' stravolta e mi dice: sono di Berlino
Berlino, ci son stato con Bonetti, era un po' triste e molto grande
Però mi sono rotto, torno a casa e mi rimetterò in mutande

Prima di salir le scale mi son fermato a guardare una stella
Sono molto preoccupato, il silenzio m'ingrossava la cappella
Ho fatto le mie scale tre alla volta, mi son steso sul divano
Ho chiuso un poco gli occhi e con dolcezza è partita la mia mano