lunedì 27 febbraio 2012

Al cinema con Edgar - Paradiso amaro (The Descendants)

Cinque nominations agli Oscar: miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura non originale e montaggio. Stanotte si saprà se questo film ne vincerà almeno uno, ma anche se dovesse restare senza premi, questa commedia amara è senz'altro una bella pellicola che merita di essere vista.
Questa volta Giorgio da Como si trasferisce alle Hawaii e si cala nei panni di un padre di famiglia che deve far fronte ad una tragedia improvvisa che inaspettata gli si abbatte tra capo e collo. Per tale ruolo George s'imbruttisce non poco, ma senza trucchi: gli bastano un enorme e spontaneo brufolo, che gli vive di vita propria in fronte per buona parte del film, ed una serie di imbarazzanti camicie hawaiane che renderebbero molto poco attraente anche attori con la carica testosteronica di Ryan Reynolds.
Il titolo originale, The Descendants, fa riferimento al fatto che il personaggio di George discende da una delle ultime principesse reali delle isole Hawaii; e siccome alle Hawaii non c'è molto da fare, ancor meno se puoi permetterti di vivere di rendita perché campi del fu tesoro reale, e pertanto c'è la tendenza a figliare come conigli, George ha un numero assurdo di cugini che, chi più chi meno, hanno dilapidato in un secolo tutto il patrimonio. Non restano loro che le proprietà terriere ancora non sfruttate, di cui però, in base ad una qualche legge sulle liberalizzazioni in stile Monti, devono al più presto liberarsi. Il dilemma dei Discendenti è pertanto a chi vendere, per più guadagnare, un vero e proprio angolo di paradiso ancora incontaminato, un golfo su un mare blu ricoperto di una lussureggiante vegetazione, che fa tanto gola a squali e palazzinari.
Tuttavia, per la prima ed unica volta nella storia del cinema, il titolo italiano, ancorché banale, aderisce meglio alla trama del film di quello originale. Seppur direttamente coinvolto nelle vicende del patrimonio di famiglia, il vero cruccio del protagonista è la difficile situazione dei suoi affetti. Sua moglie è infatti rimasta vittima di un grave incidente in motoscafo, è entrata in coma ed i medici hanno stabilito che non si risveglierà più: non resta che mettere in atto le volontà che la donna ha lasciato per iscritto nel suo testamento biologico. George, marito e padre finora distratto, deve comunicare la notizia ad amici e parenti, in primis alle due figlie, un'adolescente ribelle che da mesi non parlava con la madre dopo una furiosa litigata, ed una bambina in età prepuberale che già sta vivendo molto male per il coma della madre.
Questo accade nei primi dieci minuti della pellicola e non racconto di più della trama per non rovinare la sorpresa a chi volesse vedere questo bel film, tragico nella storia che racconta, ma con momenti di autentica e grottesca comicità, che non lasciano il tempo di piangere, ma certo di commuoversi sì.
Mi è piaciuta l'interpretazione di George Clooney, che con sobria semplicità ed onestà intellettuale deve dare volto e anima ad un uomo comune, che in momento molto difficile è chiamato ad assumersi precise responsabilità nei confronti della donna che ha molto amato e delle figlie che stenta a comprendere davvero, come quasi ogni padre sulla terra.
Buona e credibile la sceneggiatura, ottima la regia che rende sublimi anche le scene senza dialoghi. Splendide le Hawaii con il loro mare blu da sogno, le cime verdi e mai irraggiungibili, i cieli grigi e tormentati come l'animo dei protagonisti umani.

martedì 21 febbraio 2012

E tu lo chiami Dio

Sospetto che sia abbastanza evidente che la mia fede nel Dio dei cristiani abbia subito negli anni dei profondi scossoni. Non tanto per il ritratto di Dio dipinto da Cristo attraverso i Vangeli (anche se confesso che la parabola dei servi e dei talenti non m'è mai minimamente scesa giù...), quanto piuttosto per l'interpretazione che Santa Romana Chiesa e chi per essa ne ha voluto tramandare nei secoli, interpretazione che ritengo profondamente traditrice del messaggio evangelico ed ancor più della natura umana.
Ho dei dubbi, non pochi, sull'esistenza di Dio. Talvolta penso che non sia stato Dio a creare l'uomo e la donna a propria immagine, ma al contrario che Dio sia solo un parto della fantasia di noi mortali. Altre volte riesco a farmi convinto che solo l'esistenza di un Dio, inteso come Volontà superiore o come Provvidenza, possa dare un senso agli intricati percorsi delle nostre vite.
Ho l'abitudine di pregare, ma lo faccio solo se non devo chiedere nulla, perché mi infastidisce l'idea che Dio possa pensare che mi rivolga a Lui solo nel momento del bisogno, nello stesso modo in cui mi darebbe fastidio se a pensarlo fosse un amico in carne ed ossa.
Detto questo, devo anche confessare che più passano gli anni più il mio rapporto con Dio si fa personale e privato e che aumenta il fastidio di dover condividere la mia Fede con quella dei cattolici. Più passano gli anni, più mi scopro intollerante nei confronti del cattolicesimo, che tra le religioni cristiane mi appare sempre più come la più infedele nell'interpretazione dei Vangeli. Tutto l'apparato ecclesiastico, le gerarchie vaticane, l'eccesso di orpelli, mi irritano in maniera crescente ed ormai evidente.
Ma quello che davvero non perdono ai cattolici è la loro smania di frapporsi tra me, inteso come individuo singolo, e Dio.
Penso che i momenti della vita terrena in cui più siamo vicini a Dio siano essenzialmente due: quando amiamo completamente e quando siamo sul punto di trapassare. Quando amiamo perché facciamo esperienza del dono più importante che Dio ci ha fatto, il più importante degli insegnamenti di Cristo in quanto è essenza stessa della divinità: l'Amore. E quando stiamo per separarci dalla vita perché, se ne abbiamo il tempo, possiamo trovare modo di capire se la nostra vita ha avuto un senso, se il nostro amore ha dato frutti terreni ed in tal caso possiamo sentirci degni di entrare in comunione con l'Infinito, annullarci in esso divenendone parte.
E guarda caso, se è un caso, proprio in questi due momenti le gerarchie cattoliche pretendono di mettere bocca, di mettersi in mezzo e di impedirci di entrare direttamente in contatto con la divinità. I cattolici oltranzisti pretendono di entrare a forza nei nostri letti, siano essi talami nuziali o letti di morte. Pretendono di dirci come e chi dobbiamo amare e di decidere per noi come e quando trapassare, dimostrando una totale mancanza di rispetto per la persona tanto da anteporle dei princìpi che trovano una ragion d'essere unicamente nelle loro perverse interpretazioni del messaggio di Cristo.
Desidero vivere l'esperienza dell'Amore seguendo la mia inclinazione, il mio naturale desiderio, e son sicuro che Dio, se davvero esiste, possa solo compiacersi del mio modo di scoprire e vivere l'amore. Allo stesso modo, voglio, se mai accadrà che abbia la possibilità di sceglierlo, decidere di congedarmi dalla vita senza superflue ed agghiaccianti sofferenze, senza un inutile accanimento terapeutico.
Desidero, anzi pretendo, da un cristiano il rispetto per me e per le mie scelte, perché davanti a tutto, se bene ho letto e compreso i Vangeli, Cristo mette la carità, intesa proprio come amore, comprensione e compassione. E so che da un cattolico, tutto questo non l'avrò mai.

domenica 19 febbraio 2012

mercoledì 15 febbraio 2012

La Verità

La Verità è un* amante che ha fama di essere assai volubile, perché può riaccoglierti in casa sua con un sonoro ceffone o con un generoso abbraccio; è che non sa prescindere dal rispetto che gli/le hai dimostrato durante il vostro precedente tête-à-tête.

lunedì 13 febbraio 2012

Ti sposerò - È ora... anche a Brescia

Credo che nessuno tra coloro che l'hanno visionato ancora abbia scordato It's time, il videoclip realizzato dall'associazione australiana GetUp! per promuovere il matrimonio civile per coppie dello stesso sesso in Australia, e che ancora mi inumidisce gli occhi.
Con mio sommo piacere ora mi si informa che ArciGay e Agedo hanno realizzato un video con equivalenti finalità in salsa italiana. E a mio parere gli è riuscito proprio bene.

giovedì 9 febbraio 2012

Quando sarà


È assolutamente prematuro, lo so, più per la contingente mancanza di uno dei due attori principali che per l'iter burocratico in sè. Ma dato che, pur non essendo ancora stato mai negli States, da illo tempore ho eletto Seattle ed i dintorni quale metropoli americana preferita in barba alle più gettonate New York o San Francisco, ho deciso che, quando sarà, sarà sulle rive del Puget Sound.

martedì 7 febbraio 2012

Tiziano Ferro - L'ultima notte al mondo

In sostanza... tutta la neve caduta in questi giorni era programmata come strategia promozionale per l'uscita del nuovo singolo il quale a sua volta non è altro che lo spot promozionale di un fuoristrada... TZN è un maledetto genio [del marketing]...

lunedì 6 febbraio 2012

Ti ricordi di Carolyn Bigsby?

Ok casalinga disperata che hai voluto a tutti i costi fottermi il posto in coda alla cassa del supermercato perché mi sono allontanato di due metri per prendere il deodorante roll on. Ok, t'è andata bene perchè non metto le mani al collo di nessuno per un posto in fila [anche se ho immaginato di farlo con forza tale da farti schizzare come due olive fuori dalle orbite quei tuoi occhietti da roditore]. Ci tenevi tanto a quel posto che quando t'ho guardato storto ed ho ripreso il MIO posto, invece che stare zitta a crogiolarti nella decenza di un piccolo rimorso, hai strepitato che stavi lì da prima di me, che mi hai visto benissimo arrivare dal reparto surgelati [ed invece l'ultima cosa che ho preso erano le mele, dalla parte opposta] e che non mi sarei accorto di te (che pure ciancicavi dei fatti tuoi al telefonino e non avrei potuto non sentirti prima) perché chissà dove avevo la testa [e questa è l'unica cosa vera che ti è uscita dalla fetida bocca... perché io ho sempre la testa altrove]. Hai indossato una maschera d'innocenza e per mezzo minuto mi hai pure fatto sentire in torto ed ho fatto quel passo indietro. Ok, ce l'hai fatta, hai guadagnato tre minuti per tornare prima allo squallore della tua vita (che deve per forza essere squallida se queste sono le soddisfazioni per cui strepiti). Spero che te la sia goduta tutta, perché con tutto il cuore ti auguro che sia l'ultima di cui tu riesca a gioire in vita tua. Perché non sei altro che una bugiarda e, quel che è peggio, un'infamona della peggiore specie. E con quella faccia di culo che ti ritrovi, scommetto che sei pure berlusconiana. Stronza...

domenica 5 febbraio 2012

Cadono fiocchi, cascano braccia...



Oramai ci si ricorda dei senzatetto solo quando nevica.
E siccome le nevicate qui son sempre più rare e quindi ai senzatetto ci si pensa sempre meno, giocoforza che qualcuno [in particolar modo quelli che vivono su un altro pianeta, diciamo così...] non ricordino che condizione sine qua non dell'essere un clochard è non avere un rifugio per il freddo.