martedì 26 aprile 2011

Scene da una gita fuori porta

Io che corro alle calcagna di un amico machissimo, lui che corre alle calcagna della figlia novenne del nostro ospite, lei che corre alle calcagna del cane appena scappato dal cortile, per le strade trafficate di un centrocittà nell'ora dello spritz.

venerdì 22 aprile 2011

Scene da un condominio

Abito al terzo piano ed in questo periodo sto facendo un mucchio di scale, non perché mi sia improvvisamente votato all'esercizio fisico, ma solo perché voglio rischiare il meno possibile di incorrere nell'esperienza di restare bloccato in ascensore. Cosa accaduta due volte ad alcuni condòmini nel giro di pochi giorni, nonostante l'ascensore sia stato rimesso a nuovo poche settimane prima del mio trasloco. Un sabato c'è rimasta bloccata dentro l'intera famiglia cingalese del quarto piano; io ero fuori e non ne sapevo nulla, e quando sono rientrato ho trovato l'ascensore fuori servizio e mi è toccato di caricarmi in spalla le due librerie ancora da montare, per portarle su per le scale. Pochi giorni dopo, sto rientrando dal lavoro e non faccio in tempo a chiamare l'ascensore che scatta l'allarme: dentro ci sono rimasti la signora in carrozzina del quarto piano con la badante ed una coppia di loro amici. Chi è in casa si precipita fuori, chiamiamo il numero d'emergenza e mentre aspettiamo l'arrivo del tecnico ho modo di presentarmi come il nuovo inquilino del terzo piano.
Anche l'appartamentino accanto al mio è appena stato affittato ad un ragazzo. Me lo dicono sia la signora con l'accento straniero che si è autoproclamata [facente veci di] portinaia dello stabile, che la tipa amante dei cani del secondo piano, la quale, per la cronaca, poco dopo l'incidente dell'ascensore ha esposto denuncia contro il marito della signora in carrozzina perché, non si sa per quale ragione, è stata ripetutamente offesa e strattonata dall'uomo nonostante  fosse stata la più solerte nel portare soccorso ai prigionieri della cabina.
Comunque, fino a questa settimana la reale esistenza del mio giovane vicino single era rimasta avvolta in un'aura leggendaria, dacché tutte le tapparelle erano sempre rimaste chiuse giorno e notte, anche quella del balconcino che abbiamo in comune. Probabilmente, come me, si è installato con molta calma ed ha terminato il trasloco solo recentemente. Senza saperlo prima, ci faccio i tre piani in ascensore insieme, sabato scorso: ha qualche anno meno di me e non è un gran vedere. Non che l'abbia guardato davvero, tanto più che ieri sera, mentre parcheggio l'auto in strada, mi accorgo che un ragazzo mi lancia un'occhiata prima d'entrare nello stabile; lo incrocio al terzo piano, che esce dall'appartamento accanto al mio per ridiscendere in strada: o è sempre lui (ma da come l'avevo inquadrato sembra aver perso dieci chili in due giorni) oppure i miei vicini sono in due. E giuro che non so davvero qual è quella giusta.
Dall'altro lato, i miei vicini sono una regolare coppia giovane, sotto i trenta: mi salutano dicendo buongiorno ed io li odio solo per questo. Qualche notte fa, io sono già a letto e sento dei colpi forti e ripetuti che si propagano per il palazzo. Non mi pongo domande e sto lì lì per addormentarmi quando sento bussare alla porta dell'appartamento accanto ed una voce femminile che poco dopo chiede spiegazioni: credo, ma non ci giurerei, che si trattasse della ragazza dei cani del secondo, che sta proprio sotto di loro. Il mio vicino le confessa che si tratta della loro lavatrice e lei minaccia di chiamare l'amministratore se accendono ancora la lavatrice dopo mezzanotte. Ascolto tutto senza muovermi dal letto. E la scena mi torna in mente due giorni dopo, quando aziono la mia lavatrice, con carico dall'alto, che in breve si mette a ballare come un'indemoniata: a fine ciclo scopro di aver dimenticato il cestello aperto, di fatto impedendogli ogni tentativo meccanico di ruotare e scatenando tutto quel casino. Ringrazio il cielo che la lavatrice non sia esplosa e mi immagino che sia successa a loro la stessa cosa. Solo che io ho acceso la lavatrice all'ora di cena, non nel cuore della notte.
Un altro vicino curioso è il tizio del secondo piano. Curioso nel senso che si fa un sacco di cazzi miei, non nel senso che susciti la mia curiosità. Mi dà l'aria del baby-pensionato: troppo giovane per essere in pensione, ma troppo nullafacente per avere un lavoro. La prima volta che lo vedo è perché siamo entrambi affacciati sui nostri balconi; mi saluta e poi comincia a far chiacchiera, nonostante i dieci metri in linea d'aria che ci separano. E così scopro che sa già il mio nome, sa qual è la mia auto e preme perché mi rechi all'ufficio anagrafico per farmi rilasciare il permesso di sosta (poiché, abitando alle spalle della Fiera, in diversi periodi dell'anno è vietato parcheggiare in strada ai non residenti ed il Comune ne approfitta per far cassa). Gentilissimo il signore, per carità, ma chi ci ha presentati?
A proposito di presentatori, oggi mi sono accorto di non prendere più i canali Mediaset. Avevo già fatto la risintonizzazione della tivù ed oggi ho rifatto l'aggiornamento dei canali, ma niente. Non so se sia un problema solo mio oppure dell'intero condominio, ma il fatto che me ne sia accorto dopo quasi un mese la dice lunga sul mio interesse per la questione. Anzi, in fondo mi piace l'idea di abitare in uno stabile almeno in parte deberlusconizzato.
La mia nuova casa mi piace, sì. Oddio, un po' piccolo l'appartamento, non lo ripeterò mai abbastanza, e anche un po' troppo spoglio; ma probabilmente me ne lamento perché prima ero abituato molto bene, con ripostiglio, armadio grande, cassettiere e credenze. Ora ho solo un ripostiglio ed una scarpiera, e non sono particolarmente amante delle scarpe. Ma a parte questi però, mi sento a casa ed è questo che conta.

giovedì 14 aprile 2011

Ultim'ora

Qualche minuto fa, su FaceBook ho scoperto [per caso, lo giuro!] la foto dell'amichetto del mio ex. O almeno credo che si tratti di lui... sapete come si dice: tanti indizi alla fine fanno una prova.
Oddio, quant'è che non ho contatti con il mio ex? Poco più di un anno...? Pensavo di più. Pareva una vita fa. 
E considerando quanto poco mi ha toccato questa scoperta, forse era davvero un'altra vita.
...
O forse sono io incapace di provare più un sentimento.

Carmen Consoli - DIVERSI

(testo e musica di C. Consoli)



Come mai non hai più voglia di parlare?
Ed io non riesco a starti accanto
Sono davvero tanto brav*
A confonderti con tutte le mie certezze

Come mai non hai più voglia di parlare?
Ed io non riesco ad avere pazienza
Vorrei rimediare a tutto e subito
Difendermi con ritagli di frasi fatte

E forse anche tu stai pensando
Che siamo troppo diversi
Vorrei parlare con la tua bocca
E adesso forse anche tu stai pensando
Che siamo troppo diversi
Vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi

Come mai non hai più voglia di parlare?
E già troppe volte mi hai visto fuggire
Così timoros* delle mie debolezze
Nascondermi fingendo di non capire

Vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi
Farmi guidare da te
Restarti accanto
Farmi guidare da te...

martedì 12 aprile 2011

L'altro blog

Nei giorni scorsi, nel pieno dell'ambaradan del trasloco, ho avuto un piacevole scambio [elettronico-]epistolare con un giovane padre che, in cerca d'ispirazione per i nomi da imporre ai figli a venire, s'è imbattuto nell'altro mio blog.
Ecco, colgo proprio quest'occasione per segnalare che, da un paio d'anni a questa parte, posto anche su quest'altro blog, che finora era raggiungibile direttamente solo dal mio profilo Blogger, quindi magari non è mai neanche stato cagato di pezza dai lettori di DPinC.
L'altro blog si chiama FuoriINomi! -questo doveva essere un titolo provvisorio, ma non mi è mai balenato in mente nulla di più simpatico; si tratta di una specie di dizionario dei nomi di persona e trova giustificazione d'esistere da una delle mie ossessioni personali: scoprire l'origine ed il significato celati dietro i nomi di battesimo, dai più comuni ai più originali, attraverso informazioni e note attinte da libri, dizionari e siti specializzati e poi rielaborate a modo mio.
Ne faccio menzione solo adesso, nonostante siano almeno un paio d'anni che scrivo, un po' perché non mi andava di pubblicizzare un progetto che era ancora molto lontano da qualsivoglia parvenza di completezza, un po' per non spaventare i lettori di questo blog che però nel frattempo si sono ormai vaccinati a qualsiasi mia ossessione o stranezza.

giovedì 7 aprile 2011

Meno male che c'è TopO

Mio nipote ha giusti due anni e mezzo. Non dico che sia il bambino più bello ed il più intelligente del mondo... non lo dico, ma non ho dubbi a riguardo.
Stasera ad esempio se ne stava sul suo seggiolone a mangiare il suo piatto di minestrone ed impugnava il cucchiaio con la manina sinistra. "Usa l'altra mano" lo ammonisce la nonna. "L'altra mano" le fa eco il nonno. "L'altra mano, su... l'altra mano, dai" ripete la nonna. TopO, il gomito puntellato sul pianale del seggiolone e la mano destra occupata a reggergli il mento, alza lo sguardo dal piatto, guarda i nonni alternativamente con la sua innata aria di sufficienza e risponde: "Non ho tre mani, nonna."
Qualche minuto dopo, mia sorella impegna TopO nel suo [di lei] gioco mnemonico preferito: la rassegna dei nomi dei parenti. "Dimmi, com'è la nonna Limpy?" "Vecchia" "Ed il nonno Talpa?" "Vecchio" "E com'è lo zio Giampi?" "Vecchio" "E lo zio Giò? Com'è lo zio Giò?" "Ciccione" "E tuo cugino Ninni?" "Ninni è un pistola" "Un pistola? No, tu sei un pistola. E la mamma: dimmi, com'è la mamma?" "La mamma è brutta!" "Brutta la mamma? E sentiamo, lo zio Edgar? com'è lo zio Edgar...?"  TopO mi guarda, sorride e risponde: "Bello e non vecchio."

domenica 3 aprile 2011

AAA Offresi

Gestisco traslochi. Monto librerie e tavolini. Riparo sedie. Rivernicio pareti. Sturo lavandini e cessi. Cucio, lavo e stiro. In cucina me la cavicchio appena, ma in compenso faccio grandiosi pom...odori verdi fritti.

sabato 2 aprile 2011

Ora

Il periodo che sto attraversando non è dei migliori.
Concluso il trasloco e chiuso il vecchio appartamento, sono qui in quello nuovo, circondato da pacchi che non ho voglia alcuna di aprire e svuotare.
La nuova residenza non mi dispiace affatto, sia chiaro. Solo che l'appartamento è decisamente più piccolo, con un arredamento minimal, e se anche cominciassi a tirar fuori dalle scatole libri, maglioni e quant'altro, francamente non saprei dove poi ficcarmeli. Abbisogno di una libreria, al più presto, e di tanti tanti cassetti (o soluzioni d'arredo alternative). Ma nemmeno l'idea di un salto all'IKEA in questo momento mi smuove dal torpore.
Il trasloco ha smosso qualcosa che però fatica a venire a galla. Qualcosa che resta in sospensione vicino alla superficie ma nascosto in acque torbide.
Lo so cos'è, anche se non voglio ammetterlo. Lo so.
So che nella mia vecchia casa mi ero rifugiato come in una tana, per sfuggirgli. So che in qualche modo mi sentivo al sicuro, tranquillo, in pace. So che quella sicurezza era solo finzione, una calma apparente non destinata a durare ma a lungo difesa con le armi dell'abitudine. E mi rendo conto che l'aver cambiato indirizzo ha fatto cadere le mura. Mi rendo conto che devo rimettermi in gioco, riprendere il cammino. 
Andare avanti.